INTRODUZIONE ALL'ARTE ROMANICA. PILLOLE DI ARTE
Innanzitutto, collochiamo geograficamente l'arte romanica: da sinistra verso destra, essa si sviluppa in un arco che va dalla Spagna alla Polonia, comprendendo a sud l'Italia e a nord la Gran Bretagna e i Paesi scandinavi.
Inquadramento storico: XI e XII secolo
È un fenomeno artistico cui si assiste dopo la «rinascita» delle città, vale a dire alla fine del sistema sociale e politico del Feudalesimo, allorquando si abbandonano le campagne a favore di un inurbamento massiccio. Spesso vengono "ricreate" città su antichi insediamenti romani.
Un nuovo spazio urbano, una nuova realtà storica, viene a crearsi. Se ci si impianta su un precedente sito della civiltà romana, non se ne riprende però la tradizione, nel senso che ogni città - diversamente dall'antichità, in cui un insediamento urbano era un capoluogo, una provincia, un nucleo amministrativo che dipendeva dalla capitale, Roma - ora, la nuova città nasce e vive per sé stessa.
Per vivere deve svilupparsi, e ciò può avvenire solo attraverso il lavoro. È la Chiesa stessa a raccomandarlo: il lavoro è un metodo pratico per accedere alla salvezza spirituale. La ricchezza proveniente dal frutto del proprio lavoro non è più demonizzata, non è più un peccato mortale, anzi è vista come il compenso terreno, un anticipo del premio futuro che Dio attribuirà in eterno.
In questo nuovo contesto, l'artigiano - che non può ancora definirsi artista - è colui che lavora la materia.
Una prima considerazione va fatta: l'oggetto, la materia, seppure imperfetta, è espressione comunque di Dio, e per ciò stesso perfettibile. La materia non deve dunque essere avvilita, semmai interpretata e magnificata.
Una seconda considerazione riguarda la qualità del materiale da trattare: può anche non essere prezioso, anzi, molto spesso non lo è: a differenza dell'arte bizantina in cui i materiali venivano assegnati e distribuiti dalla corte ai singoli maestri e/o alle maestranze, a questo punto spesso l'artigiano lavora da sé la materia e quindi non farà ricorso, per motivi economici, a materiali preziosi.
La struttura urbanistica di una città romanica che possiamo definire tra virgolette «borghese», in quanto nata dai «borghi» e che contiene in nuce un nuovo ceto sociale, la borghesia, nell'espressione di artigiani e di mercanti, è siffatta: al centro vi sono la cattedrale (la sede vescovile), il municipio (la sede dell'amministrazione comunale) e la grande piazza del mercato. Tutt'intorno, le case-officine, le case-botteghe di artigiani e bottegai. A proteggere questo nuovo assetto urbano, stanno le mura che perimetrano il borgo e lo difendono da attacchi esterni.
Il lavoro viene trasmesso e dunque ereditato di generazione in generazione, affinando le tecniche.
Per quel che si è detto poc'anzi, il merito per un manufatto degno di considerazione artistica non sta nella preziosità del materiale, bensì nella fattura stessa dell'oggetto, quindi nell'abilità e nella tecnica del pittore, scultore o architetto che dir si voglia. E nell'idea.
In architettura, la muratura prende il sopravvento sul marmo e in scultura - che era in parte scomparsa - la pietra anche sul marmo preziosa. In pittura il mosaico cede il passo all'affresco.
Dal momento in cui l'arte non è più delimitata dalla e riservata alla Corte, la conseguenza è che diventa un'arte che si diffonde, badando a non essere più un'arte raffinata bensì un'arte in progresso.
Quindi non è più la tecnica perfetta (quella bizantina) che conta, bensì la tecnica progressiva. Questa tecnica che non rifiuta il passato, ma lo ingloba e lo supera, si fonda sull'invenzione e sul miglioramento della tecnica. Senza più aderire né emulare canoni classici perfetti e immutabili.
La società urbana romanica rivendica la propria discendenza romana, ma va oltre. Il monumento per eccellenza di tale arte è la cattedrale, che è la sede del vescovo (da cathedra che era la sedia sulla quale si sedeva il vescovo durante i riti religiosi), ma anche «basilica» nel senso romano, cioè luogo in cui si fanno riunioni, in cui la comunità civile si raduna per consiglio o anche per trattare affari. Tant'è che spesso la chiesa accoglie le spoglie di cittadini illustri, pratica che poi nel tempo scomparirà.
Com'è la cattedrale romanica?
Essa è strutturata su 3 livelli: 1. cripta, 2. navata e 3. presbiterio.
Il più basso, il più imo, è la cripta, luogo che accoglie le spoglie di un santo, si affaccia sulla navata ed è sostegno del presbiterio; poi a livello stradale, quello per il quale accede il fedele, c'è la navata (una maggiore e due minori per un totale di tre navate); e infine il terzo livello, il presbiterio, posto più in alto, grazie a un pontile (o jubé) che permette ai fedeli di assistere da ogni punto al rito religioso della Messa. Non di rado, la cattedrale accoglie il matroneo, sorta di corridoio, di portici, semi circolare che corre al primo piano e destinato alle donne. Esso si affaccia sulla navata centrale.
pontile duomo di Modena |
Altra novità architettonica: la volta. Si passa dalla tradizionale e romanissima (sebbene inventata dai Sumeri) volta a botte alla volta a crociera. Essa è costituita dall'intersezione di 2 volte a botte. Grande importanza assumono la campata (spazio in muratura tra due appoggi o un arco) e il pilastro. Quest'ultimo va a sostituire la colonna, la quale reagisce solo alle spinte verticali. In una costruzione stereometrica (= tridimensionale), il pilastro reagisce alle spinte verticali e a e quelle trasversali.
volta a crociera |
Tale architettura nasce in Lombardia.
Per questa sua ambizione a incrociare gli spazi, i suoi valori sono quelli di a) non voler offrire una visione simultanea di un solo punto di vista ma per tempi successivi; b) la luce non è più uniforme, bensì graduale. C'è uno spostamento ulteriore: quel che conta non sono più i piani geometrici, ma i punti in cui si concreta l'incontro delle forze, vale a dire sui nodi strutturali che possono essere mensole, capitelli.
cattedrale di Modena |
L'edificio romanico è il risultato di maestranze organizzate in cui ognuno ha un proprio ruolo. Anche la scultura torna a far parte della struttura, ma non in solitario,bensì come struttura funzionale all'architettura della cattedrale (cf. foto). Il repertorio fantastico abbonda (profano, comico, grottesco, mostruoso).
S. Angelo in Formis (Capua, Campania) |
In pittura, le scene - anzi, i fatti - cui il sacerdote allude durante le sue letture dall'ambone, decorano i muri affrescati della chiesa, ma al di là dell'evento contingente che i fedeli conoscono benissimo.
Quindi l'effetto didascalico non è limitato alla visione narrativa dipinta dell'evento biblico: il fedele deve percepirne il suo significato ultraterreno. Le figure non sono idealizzate. Sono piatte, non ellenistiche,senza chiaroscuro: solo linee scure profonde, o bianchi eclatanti. La pittura romanica vuole avvincere lo spettatore, il fedele in tal caso, attingendo al popolare.
L'unità stilistica del romanico risiede nella continuità, nella crescita, nello sviluppo dell'opera.
Jacqueline Spaccini
(04/11/2018)
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(credits: Carlo Giulio Argan, Il Medioevo, Sansoni)