Non voltarti - Gli uccelli - L'Alibi. Palermo, Sellerio editore (coll. La memoria), 1998.
Traduzione di Marina Vaggi.
Traduzione di Marina Vaggi.
Daphne Du Maurier, per cinefili e non solo
di Jacqueline Spaccini
di Jacqueline Spaccini
Per quanto il cognome riveli antiche ascendenze francesi, Daphne Du Maurier è una scrittrice britannica d.o.c., che ha attraversato il XX secolo (Londra, 1907-1989), regalandoci romanzi e racconti pieni di suspense, senza servirsi di rocamoleschi escamotage.
Tant'è che Hitchcock (e non solo lui) vi ha attinto a piene mani: Rebecca la prima moglie, Gli uccelli, ecc. Altra nota pellicola cinematografica è per fare un esempio, A Venezia... un dicembre rosso shocking (Roeg). Tutto chiaro a questo punto per quei cinefili che abbiano superato almeno i trentacinque anni. Per gli altri, oltre al consiglio di procurarsi i film succitati (che hanno però il limite di apportare inutili modifiche al contenuto narrativo della Du Maurier), suggerisco di leggersi questi tre libriccini che presentano in tutto sei racconti.
Tant'è che Hitchcock (e non solo lui) vi ha attinto a piene mani: Rebecca la prima moglie, Gli uccelli, ecc. Altra nota pellicola cinematografica è per fare un esempio, A Venezia... un dicembre rosso shocking (Roeg). Tutto chiaro a questo punto per quei cinefili che abbiano superato almeno i trentacinque anni. Per gli altri, oltre al consiglio di procurarsi i film succitati (che hanno però il limite di apportare inutili modifiche al contenuto narrativo della Du Maurier), suggerisco di leggersi questi tre libriccini che presentano in tutto sei racconti.
Tempo di lettura: un'ora, un'ora e mezza ciascuno.
Dico questo perché una volta iniziata, sarà molto difficile abbandonare la lettura. Du Maurier, infatti, sa catturare l'attenzione del lettore utilizzando una sintassi molto semplice, quasi minima, presenta personaggi autentici; alla base d'ogni racconto pone un'idea forte che non si perde, anzi, si rafforza pagina dopo pagina.
Dico questo perché una volta iniziata, sarà molto difficile abbandonare la lettura. Du Maurier, infatti, sa catturare l'attenzione del lettore utilizzando una sintassi molto semplice, quasi minima, presenta personaggi autentici; alla base d'ogni racconto pone un'idea forte che non si perde, anzi, si rafforza pagina dopo pagina.
Eccellente - forse - su tutti, Le lenti azzurre, che oggi (in virtù degli effetti speciali) sarebbe facilissimo adattare a film[1]: a causa di un paio di lenti che premono su un nervo ottico inutilizzato, Marda West vede come realmente sono le persone accanto a lei: donnole, cinghiali, pesci, ma soprattutto serpenti e avvoltoi.
Un racconto un po' moralista e un po' angosciante, ma c'è da chiedersi se un'occasione del genere (almeno per un giorno!) non determinerebbe una svolta nei nostri rapporti con gli altri.
Un dubbio: noi, chi saremmo, daini o pantere, rospi o gattini? [Jacqueline Spaccini]
Un racconto un po' moralista e un po' angosciante, ma c'è da chiedersi se un'occasione del genere (almeno per un giorno!) non determinerebbe una svolta nei nostri rapporti con gli altri.
Un dubbio: noi, chi saremmo, daini o pantere, rospi o gattini? [Jacqueline Spaccini]
pubblicato da Avvenimenti il 14.01.1998
___[1] Magari è stato fatto; l'articolo risale a undici anni fa.
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