domenica 16 marzo 2014

I due condottieri a confronto: Antonello e Leonardo






Tutti conoscono il condottiero di Antonello da Messina.  Si dice sia opera del 1475. Si può ammirare al museo del Louvre, a Parigi, dove attira tutti gli sguardi sul suo, magnetico, con anche quel mento volitivo, quel naso importante e quella cicatrice cui si fa attenzione solo dopo aver posato gli occhi sulle labbra virili.
Ha il mento con fossetta - come certi attori americani -; gli occhi non sono verdi, bensì di un nocciola chiaro (forse l'occhio destro è glauco), ostenta una mascella virile sotto una cascata di capelli rossi, tipo il rosso mogano dell'ORÉAL.

Lo scrittore francese Georges Perec gli dedicò un romanzo, Le Condottière (pubblicato postumo), di cui si perderà ogni traccia durante un trasloco e la cui copia carbone dattiloscritta verrà ritrovata nel 1992 da un amico dello scrittore, dieci anni dopo la sua prematura scomparsa (dopo vari rifacimenti, il romanzo è stato pubblicato nella sua forma definitiva nel 2012).

Leggendo Linea di terra (ove il protagonista è il pittore Vittore Pisanello), non ho potuto fare a meno di vedere i tratti del Condottiere di Antonello nelle fattezze del sedicente Cosmo, personaggio a dir poco avventuriero e ambiguo del romanzo di Eduardo Rebulla, palermitano di nascita e di vita.

E poi...
Poi c'è Leonardo. Anzi, Leonardo è prima, ma solo di 2 anni.

Non è granché noto, non come l'altro. È un profilo di testa di guerriero - anzi, di condottiere - con tanto di elmo.

È datato (o databile?) intorno al 1472 ed è conservato a Londra, al British Museum.
Ecco la legenda: LEONARDO da Vinci Profile of a warrior in helmet. Silverpoint on prepared paper, 285 x 207 mm. British Museum, London


La cicatrice è sempre sul labbro, ma quello inferiore. Le guance si sono scavate e la pelle è scesa. Un doppio mento evidente circonda il mento all'americana. Il naso si è appesantito e nello sguardo, pur sempre virile, c'è un non so che di spento, di disilluso, di guardingo. Non pensa più a sedurre.

L'elmo, bizzarro, e l'armatura si fanno carico di annunciare la ferocia senza pari, la crudeltà, la forza senza pietas, che nel condottiero più giovane era tutta espressa dal volto.


Sembra lo stesso condottiere di Antonello da Messina, ma 20 anni dopo.




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