lunedì 6 gennaio 2020

Quando mutò l'immagine dell'architetto: Brunelleschi & gli altri (I parte)

Quando muta l'immagine dell'architetto?

Con chi, sarebbe meglio dire.

Muta all'inizio del XV secolo, muta con Filippo Brunelleschi, il figlio di un notaio che non volle seguire le orme paterne e che non si contentò di fare l'orafo, professione che aveva intrapreso con un discreto successo. 

All'epoca, gli orafi appartenevano - come tutti gli artigiani e i professionisti - a una corporazione. Sette erano le Arti Maggiori. La più importante (la più ricca) era quella della Seta, di cui facevano parte anche gli orafi che avevano come patrono S. Eligio, un santo francese (cfr. a Roma la chiesa S. Eligio degli Orefici, progetto iniziale dell'architetto Raffaello Sanzio). 

Filippo Brunelleschi (1377-1446) è il trait d'union tra il medioevo e il rinascimento. È colui verso cui guarderanno - anche per distaccarsene e andare agli antipodi - tutti i grandi architetti a lui successivi (insieme con Vitruvio).

Sapete quanti sono gli architetti rinascimentali? Tantissimi. Famosi? Tantissimi. Ne metto un po', tutti importantissimi:  

Fonte: Wikipedia



La carriera di Brunelleschi. Come divena architetto?
Le cose cambiano all'epoca della famosa formella che lo legherà indissolubilmente al nome dell'odiato Ghiberti.

1401: concorso per la seconda porta bronzea del Battistero fiorentino (la prima era di Andra Pisano). Si giudica sulla base di una formella di prova, a tema (il sacrificio di Isacco). 

7 scultori candidati, tra questi due sbarbatelli: Filippo Brunelleschi (24 anni) e Lorenzo Ghiberti (23 anni), i più giovani. 

Sono due prove entrambe post-giottesche, ma a ogni buon conto, vince il Ghiberti: e per qualità stilistica (eleganza e impassibilità delle figure) e perché la sua formella pesa 7kg di meno di quella del Brunelleschi (pezzo unico fuso), e ai committenti costerà  meno. 

Le due prove sono conservate presso il Museo del Bargello di Firenze.
 L’OPERA DEL GHIBERTI               Per realizzare questa               formella ha utilizzato               un’estrema    ...
.

Brunelleschi si risente,  ha un caratteraccio. Se ne va a Roma a studiare l'antico. Deve vedere l'arte antica da vicino. 

Lo accompagna Donatello, di nove anni più giovane, suo amico (anche se le amicizie con Filippo, prima o poi si rompono sempre). Donatello è più giovane, Filippo non si fida mai troppo degli altri, nemmeno degli amici, neanche quando NON sono concorrenti. Tiene le cose per sé. 

Non è ancora architetto: studia e crea un sistema per valutare l'altezza degli edifici (le moli) con strisce di pergamena graduate, sulle basi dei resti a terra avviene la ricostruzione ideale della spazialità antica (STUDIARE E IMMAGINARE  è fondamentale per un architetto). 
Ricordiamo che i disegni vanno perduti, non è epoca che ne colleziona. A parte l'opera e la corrispondenza (se esiste e quando giunge fino a noi), noi abbiamo il biografo di Brunelleschi, biografo in vita con l'architetto vecchio, anche lui architetto Antonio di Tuccio Manetti.


Altra cosa, di cui ci fa dono, è la prospettiva. 

Brunelleschi conduce a Firenze due esperimenti con dispositivi ottici di sua fattura e con due tavolette dipinte con un buco al centro (andate perdute) e uno specchio, mostradoci la realtà com'è e come potrebbe essere.
Per capire bene, cfr. questo breve video:



Ma è ancora scultore. Anche per rimproverare l'amico Bardi
La bravura di Donatello come scultore è incontestabile. Eppure, quando realizza il Crocifisso per la Chiesa di Santa Croce, in legno policromo, a Brunelleschi non solo non piace, non solo ha da ridire, ma addirittura - su istigazione dell'amico - si mette lui a scolpirne uno tutto suo per mostrare a Donatello come doveva essere la gravitas di Cristo in Croce (e si trova in Santa Maria del Fiore).

Per chi vuole, qui c'è un video con diffusa spiegazione:



I PRIMI CANTIERI

Con lui l'architetto non è più un tecnico della costruzione che dirige e segue l'esecuzione dei lavori (anche se con la cupola, altroché se segue!), con lui l'architetto diventa un intellettuale e un artista.
FINE PRIMA PARTE

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