TEATRO AMBRA JOVINELLI appartenuto alla famiglia di mio marito |
interno dell'attuale teatro Jovinelli |
Solo di recente, da quando pratico il teatro, in qualità di attrice, mi sono resa conto che esistono 2 modi di «lavorare» un personaggio. Un personaggio che non abbia nulla in comune con noi stessi, voglio dire.
Faccio un esempio personalissimo: dopo mesi di preparazione, domenica 19 e lunedì 20 giugno vado in scena al teatro ECLA di Saint-Cloud con un personaggio importante, quello di una madre.
La mia è une mère abusive, si dice in francese; una madre scorretta, esigente, colpevolizzante, che usa il suo potere sulla figlia, la castra, la domina, vuole che faccia quel che lei vuole.
Per esempio che diventi bella (quando la poverina non lo è affatto e/o non è interessata alla cosa).
Una madre che vorrebbe nella figlia una replica di sé.
Insomma, avete capito il tipo.
Depardieu (metodo Stanislavskij) |
Ruolo molto interessante e quanto mai lontano dalla mia persona (sono una madre cool, non avendo ancora rotto il legame con l'adolescenza, tendo a immedesimarmi nei sentimenti del figlio).
Quanto mai lontano ancor di più, dalla mia di madre, che è stata (ed è) agli antipodi.
E dunque, come recitare tale ruolo?
Come poter essere una convincente madre «abusiva» che pretende di accamparsi nella vita di una figlia a suo dire banale?
Gilles, il regista dello spettacolo, mi aveva dato due possibilità: o ispirarmi a una persona di mia conoscenza (me, mia madre, una madre simile) oppure pensare: Se io fossi una madre del genere, come sarei? (il famoso metodo Stanislavskij).
Auteuil (avvicina a sé i personaggi) |
Sennonché, ho trovato una terza via: avvicinare il personaggio alla mia persona.
Pur avendo un testo terribile, in cui la madre non fa di certo una bella figura, l'intonazione che ho cercato di dare è stato quello di una madre sinceramente disperata per l'avvilimento fisico e spirituale della figlia.
Una madre che sbaglia pensando di fare bene, di volere il meglio per la figlia, perché questa sua deludente e sconfortante figlia, lei, la ama.
Una madre che sbaglia pensando di fare bene, di volere il meglio per la figlia, perché questa sua deludente e sconfortante figlia, lei, la ama.
Insomma, non tutto è scontato. Neppure sul palcoscenico.
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