A Romain
IL VIAGGIO DI UNA ZUCCA
– Dicevo che… insomma, vorrei fare una
domanda a quel vostro mago che comanda qui… Ma non so a chi rivolgermi…
– Alt! Fermo là! Stop!, lo interruppe
la strega. Cosa hai detto: il mago che
comanda qui? Guarda che qui non comanda proprio nessuno; ognuno si fa gli
affari propri, ecco tutto. Ci si rispetta, eccome, caro mio… Ci mancherebbe
pure che uno venisse a comandarmi. Devi sapere che …
– Devi sapere che – le tolse la parola
il drago – che qui da noi tutto fila liscio: ognuno accetta l’altro per quello
che è, nessuno si sente migliore. Per esempio: la strega Morbido… cioè
Asdrubala, è simpatica e gioca bene a carte, qualche volta bara, ma non fa
niente, ché tanto non vince mai… Certo, preferirei che lasciasse quelle sue
pozioni di cacchetta puzzolente nella sua stanza, ma come si dice: Chi non ha un difetto?
Una fiala lanciata dalla strega contrariata, raggiunse la
coda del drago, s’incastrò in una scaglia e si ruppe. Un liquido giallino
maleodorante cominciò a spandersi per la stanza…
– Lo vedi com’è fatta? Si offende
subito e ti ritrovi addosso un bel po’ di pipì! Disgustoso!
– E tu l’hai mai annusato il tuo fiato,
eh? Perché credi tu che tutti ti chiamano pestifero?
Perché hai un alito mortale, ecco perché!!
Citrullo era imbarazzato, ma voleva sapere dove trovare
il famoso mago. Così prese coraggio:
– Va bene, va bene. Ho capito tutto.
Però adesso potete rispondermi? Dove lo trovo il mago
che-non-comanda-ma-che-tutto-sa?
– Dipende. Dalle 2 e quarantacinque del
mattino alle 14 quarantatré minuti e sette secondi studia le formule nel chiuso
nel suo laboratorio HLW, seconda torre a sinistra dopo il ceppo del boia; dalle
14 cinquantatré minuti e diciannove secondi fino alle 2 quarantaquattro minuti
e cinquantanove secondi del mattino fa i suoi esperimenti sulla nuvola n°
– E che fa tra le 14.43 minuti e otto
secondi e le 14.53 minuti e diciotto secondi?
– Ma cosa credi che faccia in meno di
dieci minuti al giorno? Va al gabinetto a fare i suoi bisogni, come tutti i
mortali, capoccetta arancione! Vediamo… sono le 2h43 minuti e venticinque
secondi. Se ti sbrighi, lo trovi ancora sulla nuvola.
La strega gli indicò la strada e Citrullo cominciò a
correre in quella direzione, mentre la zucchina faticava a stargli appresso.
“Ehi, aspettami!”
I bambini non possono immaginare (o forse sì) come possa
essere difficile bussare alla porta di… una nuvola. Innanzitutto, occorre
riconoscerla e la cosa non è facile dal momento che una nuvola-laboratorio
assomiglia in tutto e per tutto ad una nuvola come le altre: tutta bianca se è
bel tempo, tutta grigia se minaccia la pioggia. Citrullo decise che forse era
meglio chiamare il mago a gran voce. Già ma come chiamarlo? Nessuno gli aveva
detto il suo nome.
– Mago! Mago! C’è qualcuno?
Una voce burbera rispose
dall’interno della nuvola:
– Eh, che fretta! Che c’è da urlare?
Sto per finire il turno nella nuvola… Un attimo che timbro il cartellino,
finisco di bere un nuvolè ristretto e
vengo. Un po’ di pazienza!
Il mago uscì dal suo laboratorio all’aperto con un baffo di nuvoletta che gli colava agli angoli della bocca:
– Ah, Citrullo, sei tu!
– Come, io? Mi conosci forse?, fece la
nostra zucca mentre una montagna di punti interrogativi si disegnavano sopra i
suoi capelli-foglia.
– Eccome! Sei un po’ in ritardo per i
miei orari, ma sempre a tempo per quelli del mondo. Vieni, vieni, accompagnami
nel laboratorio HLW, seconda torre a destra dopo il ceppo del boia, please.
Così
dicendo un immenso pipistrello, dal naso porcino e le orecchie smisuratamente
grandi, venne a prelevarli, esattamente come farebbe un taxi nel mondo degli
umani.
– Ma non era la seconda torre a
sinistra…?, fece Citrullo.
– – Se è la cicciona che te l’ha detto,
fai attenzione: è strabica e confonde la destra con la sinistra e viceversa. Ma
non perdiamo tempo che sono già le 2.44 minuti e cinquantotto secondi!
Una volta scaricati dal pipi-taxi ed entrati nella torre
HLW, il Mago – di cui ignoriamo ancora il nome – si sedette comodamente sullo
spigolo di un lunghissimo tavolo medievale e si rivolse a Citrullo:
– Allora, dì tutto. Vuota il sacco!
– Non è facile, mago. E’ tutta una vita che mi pongo la stessa domanda e che non trovo la risposta. Dunque, diciamo che la domanda è questa: chi sono io?
– Oh bella e cosa vuoi essere?, fece il Mago di rimando. Una zucca, salta agli occhi!
– No, voglio dire, lo so di essere una zucca, ma chi sono i miei genitori, come mi chiamo veramente, qual è il mio posto nel mondo… ecco questo è quel che vorrei sapere.
– Ed è così importante per te?, gli fece il Mago.
– Bè… sì, rispose Citrullo. Dacché vivo
alla fattoria, c’è un sacco di gente che mi prende in giro per il nome che mi
hanno dato, che mi dice che non valgo niente, che non mi vuole per amico. Tutto
perché sono arancione. Le melanzane sono viola e i peperoni rossi, gialli e
verdi, lo vedo; eppure secondo loro il mio arancione salta agli occhi; il mio
arancione è diverso e per loro non è per nulla un bel colore. Ma, dico io, il
mondo non è bello proprio perché accoglie tutti i colori? E non sono forse
anch’io come gli altri? E allora perché gli altri si sentono in diritto di
prendermi in giro?
– Le risposte sono nelle tue domande, Citrullo. Tu non hai bisogno dei miei consigli, ma di guardarti attorno, questo sì. Mi hai raccontato solo le cose che ti fanno soffrire, ma non mi hai detto che hai anche degli amici: Grullo lo spaventapasseri, per esempio. Per non parlare della tua amica, quella che tieni per mano, Smeralda la zucchina, che ti ha seguito fin qui. Come vedi, non sono “tutti”. E dunque Citrullo, hanno così importanza coloro che non ti apprezzano? Ma nessuno è simpatico a tutti, sai. Vedrai che anche quelle sciocche melanzane e quegli stupidi peperoni avranno la loro porzione di detrattori, in futuro. Quel che conta è conoscersi dentro. Per migliorare. Ricorda che di fronte a un altro, tu non sei né superiore né inferiore: tu sei tu. Sappi offrire la tua amicizia e non ridere mai di nessuno, ma, se puoi, RIDI SEMPRE CON TUTTI.
– E se non ci riuscirò?, chiese Citrullo.
– E se non ci riuscirai, Citrullo, non
ti preoccupare: nessuno è perfetto. L’importante è provare. Questo, insieme con
l’amore, è il segreto della vita. Non dimenticarlo, capito? E ora vai!
Citrullo
era ancora emozionato per le parole del Mago. Il grande peso che sentiva nel
suo cuore sembrava essere svanito d’un colpo. Abbracciò forte la sua amica
zucchina, poi si voltò d’improvviso verso il Mago:
– Ma dove vado? E come ti chiami?
– Eh, Citrullo! Hai già dimenticato?
Questa è la notte di Halloween. E’ la tua notte. Vai per il mondo a rallegrare
i bambini con quella tua buffa faccia arancione. Spaventali più che puoi, tanto
lo sai che loro si divertono, che non hanno paura di te. Ma vai, vai!
– Ma non mi hai detto ancora come ti
chiami…, disse il nostro eroe zucchino mentre il pipi-taxi lo portava via con
Smeralda, lontano dalla voce del Mago.
– Non l’hai capito ancora?, disse il Mago sottovoce. Sono la Coscienza, la tua coscienza, cara zucchetta. Ma ho deciso di non dirlo più ad alta voce, ché l’ultima volta che l’ho fatto ero sotto altre sembianze e mi son preso una martellata di quelle… che, guarda, ancora mi fa male il fondoschiena…
Jacqueline Spaccini Paris, 1999