domenica 29 giugno 2014

La Compagnia delle Poete a Rabat (12/06/2014) con lo spettacolo MADRIGNE


La Compagnia delle Poete è stata ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Rabat in Marocco il 12 giugno 2014.

Invitata dalla dott.ssa Pastore in fine mandato e confermata dalla dott.ssa Fortunato, attuale Direttrice, la Compagnia si è prodotta nella sala teatrale del Centre Culturel de l'Agdal grazie all'amabile disponibilità della sua Direttrice, Mme Menaouar.

Lo spettacolo che si è messo in scena sotto la direzione della fondatrice e  poeta, Mia Lecomte, è Madrigne - più volte sperimentato nella versione ridotta - che ha visto 5 poete in scena (Maria Candelario Romero, Mia Lecomte, Vera Lucia de Oliveira, Barbara Serdakowski e la sottoscritta, Jacqueline Spaccini) e 1 musicista (Pape Kanouté). Si avvale anche di video raffiguranti momenti di donne e di voci off, voci fuori campo di poete assenti.
Fondamentale l'aiuto tecnico del pittore e amico Cesare Oliva.







Le voci delle poete sono (come facilmente intuibile dai loro nomi e cognomi) multiculturali, anche se la lingua veicolare in cui si esprimono è l'italiano che tutto accoglie e che tutto sa modulare. La Compagnia è attiva dal 2009.



Il Signor Pirandello è desiderato al telefono




Quest'anno con i miei studenti di 1°, 2° e 3° anno ho costituito un gruppo teatrale, I Teatranti di Rabat. Nel secondo semestre ho allestito un adattamento de «Il signor Pirandello è desiderato al telefono», una pièce del compianto e amatissimo Antonio Tabucchi (scomparso il 25 marzo 2012) da presentare ai professori e agli altri studenti del Dipartimento di Studi italiani presso la facoltà Mohammed V di Rabat, in Marocco.

La maggior parte dei miei studenti era del primo e secondo anno; quasi tutti alla prima esperienza assoluta di teatro... e non è facile:

a) imparare la dizione corretta di un testo cerebrale come questo; 

b) imparare a memoria un lungo testo (con intanto corsi ed esami da affrontare. E qualche studente lavora anche!);  

c) imparare a recitare, vale a dire a dare un senso di verità a quel che si dice, a interpretarlo come fosse vita vera e muoversi sul palco, imparando a gestire la paura.

Paura di che? Di non essere all'altezza, di essere ridicoli. Paura di non credere in sé stessi.

La complicazione per me - complicazione che poi non si è rivelata tale - era 1. l'alta percentuale femminile (quando a teatro si scrive sempre al maschile) e 2. il controllo dei contenuti morali che debbo sempre tenere in considerazione (controllo di cui non ho mai tenuto conto in Europa).

Per non parlare della presenza del "velo". Perché? 
Perché il ruolo principale è di un uomo e quando è stata una donna a interpretarlo, era una donna che si presentava sotto fattezze "maschili".

Affinché il pubblico dimenticasse che un ruolo maschile era interpretato da una donna e per giunta da una donna velata, la recitazione doveva assolutamente essere non dico impeccabile, ma almeno credibile.

2 mesi di lavoro e una importante scissione di ruoli. 

Il personaggio unico dell'attore che recita il ruolo di Pessoa in un manicomio (= il pubblico - inconsapevole d'essere parte integrante del testo - per larga parte della pièce) è stato scisso e interpretato da 4 attori (3 donne e 1 uomo). 

Grazie ai diversi stati d'animo del personaggio, ho estrapolato un attore/Pessoa intimo e sensibile, uno più virile, uno cinico e uno più razionale. Li ho differenziati con l'introduzione di un noeud papillon di colore diverso.

Il coro greco è stato composto da 4 ragazze in nero, irregimentate come militari (la coscienza del popolo, la coscienza perbenista) e Pirandello al telefono - seguendo l'esempio che fu già di mio marito, regista di questo spettacolo 18 anni fa con un altro gruppo studentesco, ma in Croazia - l'ho convocato in scena.

All'interno della pièce, ho introdotto due momenti di omaggio a Tabucchi, ma anche a Maria José de Lancastre con la lettura in due parti (per forza di cose ridotta) di Libri mai scritti, viaggi mai fatti (tratto da Si sta facendo sempre più tardi).

E poi musica, tanta, un po' di ballo e canto (in portoghese) di Cançao do Mar da parte di una studentessa dalla voce di usignolo.

Non dico altro. Metto qualche foto delle prove (anche in un parco, anche a casa mia, per mancanza di palchi), dell'attimo prima dello spettacolo vero e proprio, così come del dopo.

Capirete dagli sguardi, com'è andata.